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CHI BEN COMINCIA…



Oggi vi proponiamo un consuntivo di ciò che è successo a livello globale nei due anni “orribili”, contrassegnati da Covid e guerra in Ucraina.


L’ obbiettivo è di farci un’ idea di medio termine su come potrebbero reagire d’ ora in avanti i Mercati Finanziari, paragonando l’ andamento di questo inizio del 2022 a quanto è accaduto in precedenza.


Ci servirà anche per poter gestire meglio i nostri investimenti, in un quadro globale profondamente mutato.

Potremo avere utili indicazioni su come gestire il nostro portafoglio, considerando sia gli asettici numeri della finanza ma anche il quadro macroeconomico e geopolitico globale, profondamente mutato di recente.

Utilizzeremo il Morgan Stanley Capital International Index (MSCI World), che include tutte le economie “più sviluppate” del pianeta, tranne la Cina:

Canada, Stati Uniti, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Italia, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Australia, Hong Kong, Giappone, Nuova Zelanda e Singapore… in teoria oltre l’ 80 % dei mercati globali.


Ma chi manca, oltre alla Cina?

È una Domanda volta a considerare anche l' aspetto macroeconomico e geopolitico che condizionerà i futuri sviluppi del Mercati.


Già il fatto che manchi la Cina (che ha anche una sua Borsa “interna”) può falsare la percezione su come stanno performando i Mercati globali, dato che la Cina è di fatto la seconda potenza mondiale.


Poi ci mancano interi continenti (o sub – continenti, come l’ India e soprattutto la Russia): Africa, Sud America, Asia (inclusi i paesi produttori di petrolio).


Quindi, per farci un quadro della possibile evoluzione delle Borse (che in un mercato globale sono interconnesse fra loro), dobbiamo comunque considerare anche ciò che questo indice non ci dice:


l’ultima parte dell’ articolo verterà sui mutamenti geopolitici e macroeconomici che condizioneranno a lungo l’ intero pianeta (e quindi anche il modo di comporre un portafoglio di investimento).


Qui sotto il grafico del MSCI World, da fine 2019 fino ad oggi:


Cosa ci dice il grafico?

Sulla sinistra mostra il crollo dovuto all’ avvento del Covid, nella prima parte del 2020; la parte discendente a destra rappresenta i primi 5 mesi del 2022, quindi include anche il “fattore Ucraina”.


Lasciamo parlare i numeri:

⦁ A inizio 2020 l’ Indice quotava oltre 2300 punti, arrivando anche a 2430 a inizio febbraio

⦁ Poi è esploso il Covid, con il relativo e veloce crollo delle Borse mondiali: il minimo è stato toccato attorno a inizio marzo: l’Indice valeva solo 1700 punti circa. Ma va considerato con la massima attenzione un fattore: ci fu un PANIC SELLING, esagerato, come confermato dall’ indice RSI (sotto il grafico) che in tale occasione raggiunse un minimo particolarmente basso, sotto il 20.

L’ RSI ci indica la forza relativa del Mercato: quando ci sono ESAGERATE correnti di vendita, come in questo caso, l’ RSI scende di molto (va in iper venduto) e questa è una condizione che dura per poco tempo: infatti si è registrato un rimbalzo “a V”, che ha fatto risalire i prezzi in poco tempo


⦁ Infatti già a metà maggio 2020 (due anni fa) l’ Indice era risalito fono a 2100 circa (complice tutta una serie di interventi straordinari di allentamento della politica monetaria (un vero e proprio doping) che hanno “pompato” artificiosamente le Borse fino alla fine del 2021.

Quindi nei primi 5 mesi del 2020 si persero 200 punti di Indice.


Quali sono le differenze con i primi 5 mesi del 2022?

A inizio gennaio 2022 l’ indice quotava attorno ai 3225 punti (la salita è stata un effetto dell’ enorme quantità di denaro “iniettata” nel sistema economico soprattutto dagli USA: DOPING PESANTE!).

Oggi, dopo 5 mesi, troviamo l’ Indice fra 2670 e 2700.

Quindi nei primi 5 mesi del 2020 si sono persi circa 550 punti di Indice, ben peggio che nel 2020.

E oggi non siamo in ipervenduto come nel 2020, quindi il ribasso ha spazio e tempo per continuare.


Si noti che il ribasso è iniziato già PRIMA dell’ invasione dell’ Ucraina, per via di una serie di fattori che troverete più avanti nell’ articolo.


Questi ultimi mesi sono stati I PEGGIORI IN ASSOLUTO DI QUESTO INIZIO SECOLO: qui sotto un istogramma che mostra i peggiori “inizi d’ anno”, dal 1995 ad oggi:



Possiamo notare i risultati negativi attorno al 2001 (Attacco alle Twin Towers), del 2008 (crisi finanziaria dei mutui sub-prime e fallimenti di banche “troppo grandi per fallire”), quello del 2020 (comparsa del Covid).

E poi il ribasso peggiore di tutti: il 2022: attorno al 20% in pochi mesi, ribasso che ha bruciato un recupero (seppur dopato) durato un anno e mezzo.


Ma questo indice non ci dice tutto, dato che non tiene conto della situazione macroeconomica e geopolitica:


⦁ L’ inflazione è tornata prepotentemente in tutto il mondo, con percentuali attorno all’ 8% annuo, che non si vedevano da decenni; il costo del gas e del petrolio (quindi dell’ energia) e delle materie prime è salito alle stelle.


⦁ Per combattere l’ inflazione molte banche centrali (in primis la FED, la Banca Federale USA) stanno iniziando ad alzare i tassi di interesse e a smettere di inondare di denaro i Mercati; presto questi soldi torneranno indietro da dove sono stati “stampati”, causando seri problemi all’ economia ed alle Borse: IL DOPING STA FINENDO, si spera che ciò non spinga in recessione l’economia globale, già molto traballante.


⦁ L’ invasione dell’ Ucraina ed il conseguente embargo contro la Russia ha provocato una penuria di gas, petrolio (complice l’ OPEC: i Paesi arabi non “aprono i rubinetti” più di tanto, ben contenti di guadagnare molto per esportando quanto nel 2021) e di materie prime. Il rincaro dell’ energia e delle materie prime per l’ industria sta mandando molte “economie avanzate” verso la recessione: le filiere produttive sono spesso interrotte, le attività “energivore” che spesso lavorano i metalli sono in perdita oppure ferme.


⦁ Anche lo Yen giapponese è ai minimi, così come l’ Euro, vittima dell’ Europa disUnita e dei problemi di approvvigionamento legati ad un embargo che i Paesi della cosiddetta UE affrontano in ordine sparso (la ex locomotiva d’ Europa, la Germania è fortemente dipendente dal gas russo ed è particolarmente in difficoltà: da qui anche il fatto che la Banca Centrale Europea sia particolarmente attendista, preferendo al momento l’ inflazione alla pur probabile recessione).


Veniamo ai Paesi non inclusi nell’ Indice MSCI:

L’ economia cinese non sta per niente bene: dati i recenti lock out causa Covid parte della produzione è ferma. La Cina è un Paese “opaco” quindi non ci è dato di sapere del suo PIL, o di quanto si possa essere deprezzata la sua valuta.


Di certo sappiamo che il Rublo è crollato (e che l’ economia russa, seppur non certo paragonabile al colosso cinese, è in fortissima crisi), che la Rupia (si, esiste anche l’ India: 1 miliardo circa di abitanti) è ai minimi rispetto agli anni scorsi.


Poi abbiamo il problema dei Paesi “in via di sviluppo”: il grano ucraino è bloccato nei porti, e per quest’anno niente nuovo raccolto: l’ Egitto, gran parte dell’ Africa, del Medio Oriente – e non solo – dipendono dall’ ex granaio dì Europa, ora sotto assedio.


Possiamo mettere quindi in conto instabilità maggiore: le rivolte per il pane ci sono sempre state, ciclicamente.


Infine: il Covid non è più in prima pagina, ma non è scomparso.


CHI BEN COMINCIA… NON È CERTO QUESTO IL CASO.


  • PERO’ POSSIAMO BEN COMINCIARE, perlomeno per i nostri risparmi, riconsiderando la composizione del nostro portafoglio, evitando investimenti in valute che si stanno svalutando pesantemente (l’ Euro in primis) ed in Paesi in recessione o quasi.


L’ essenziale è NON STARE ALLA FINESTRA: si corre il rischio di perdere anche la finestra.

Un esempio, per comprendere perchè non bisogna stare alla finestra:

chi un anno fa aveva investito in Fondi legati all’ Indice MSCI World (ma anche le singole Borse, Borsa Italiana ed europee incluse, non hanno fatto meglio), spesso proposti dai cosiddetti consulenti stipendiati dalle banche, un anno dopo si è trovato:

- con il suo investimento in perdita fra il 20 ed il 30% (se denominato in Dollari USA).

- con l’ Euro deprezzato di oltre il 10% rispetto al Franco Svizzero ed al Dollaro USA: se il Fondo legato all' MSCI era denominato in Euro, allora la sua performance ha incorporato anche la perdita dovuta all' indebolimento dell' Euro: un altro 10 % di perdita, da sommare a quanto sopra.

In più: tutti gli investimenti e la liquidità lasciata in Euro hanno dovuto fare i conti con una inflazione media dell’ 8 % annuo.

Con una situazione così negativa, paradossalmente, non è poi così difficile smettere di perdere soldi e ricominciare a guadagnarne:


  • bisogna, "semplicemente", abbandonare i vecchi schemi che hanno portato alla debacle sopra descritta, abbandonando ciò che ci ha fatto perdere soldi (e anche l' Euro, che sta amplificando le perdite in termini reali, sia per il suo deprezzamento che per la sua inflazione) e riposIzionando il nostro portafoglio secondo NUOVI CRITERI, ADEGUATI ALLA SITUAZIONE ATTUALE E DEL PROSSOMO FUTURO.


  • Troverete una serie di possibili forme di investimento adeguate alla mutata situazione globale nei precedenti articoli, ed anche sul nostro sito web, soprattutto nell’ Area Riservata a cui potrete iscrivervi gratuitamente.

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