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Falliranno altre banche, per colpa del Coronavirus? E chi ci rimetterà?



Dato che una banca è una azienda privata, una società per azioni o è una cooperativa, si potrebbe pensare, come è logico, che in caso di fallimento ci rimettano i proprietari e forse il management, cioè azionisti e banchieri.

Invece in Italia non è così: se una banca fallisce, oppure ha i conti pesantemente in rosso (magari perché gestita male), a rimetterci soldi sono anche i cittadini.

Tutti i cittadini, obbligatoriamente, sono anche contribuenti ed hanno un conto in banca.

E per questo motivo, secondo la legislazione italiana, se le banche falliscono o “stanno male”, possono rimetterci i loro soldi.


Vediamo come funziona questo iniquo meccanismo:

Primo: in Italia se una banca ha i conti molto mal messi, lo stato può intervenire per salvarla, impiegando anche centinaia di milioni, soldi che sono stati ricavati tassando i cittadini.

Secondo: in Italia esistono leggi che obbligano i correntisti della banca in difficoltà a partecipare al salvataggio, rimettendoci i loro soldi, quelli depositati in banca.


Ho descritto in dettaglio il meccanismo del BAIL IN, nell’ articolo di Milano Finanza- Italia Oggi, di cui vi posto il link.




E’ un articolo del 2016, in seguito la legislazione e la sua applicazione sono man mano cambiate, per cui le garanzie per i correntisti (già insufficienti 4 anni fa) sono andate via via riducendosi.

Come sta la vostra banca ?


E’ difficile sapere se la vostra banca “sta bene” per davvero, oppure se è a rischio di fallimento o di “salvataggio”.

Un esempio su come nascondere il reale “stato di salute” di una banca: valorizzare i crediti inesigibili come attivi di bilancio.

I Non Performing Loans (NPL) sono fra i maggiori elementi di rischio per una banca.

Sono il “residuo tossico” di prestiti e di mutui deteriorati.


Se chi ha beneficiato del credito non è più in grado di ripagarlo, ovviamente la banca cerca di rifarsi in qualche modo, ma non può ottenere nulla (ad esempio) da una azienda che è fallita.


Molte linee di credito sono state concesse a entità "vicine" (politicamente o economicamente) ai potentati di riferimento della banca, spesso a fronte di garanzie insufficienti e quindi maggiormente a rischio di diventare Non Performing Loans.


In periodo di recessione i fallimenti giocoforza aumenteranno.


Cosa potrebbe rimanere, dopo il fallimento? Magari un capannone vuoto, residuo di un mutuo ipotecario deteriorato, che di fatto è difficilmente vendibile, ed è quindi un costo.

Questi asset vengono eufemisticamente indicati come “illiquidi” e possono comunque essere iscritti a bilancio come cespiti attivi, anche se di fatto sarebbero da considerarsi come perdite e costi.


Però la sostanza è:


la banca continuerà ad avere abbastanza soldi?

Avrà ancora la possibilità di operare efficacemente sul Mercato?


I soldi sono “la materia prima” per una banca;

se la banca ha (di fatto) un “buco” di centinaia di milioni (o peggio, come accaduto fin troppe volte, anche di recente), allora è in stato di pre-morte (a meno di salvataggi, ben poco probabili, come possiamo leggere più avanti nell’ articolo).

Come sta la vostra banca ? Potreste saperlo solo quando il danno è stato fatto, quando anche i vostri soldi saranno usati per ripianare i buchi della banca.


Lo stato italiano ha tutto l’ interesse che le banche non falliscano, per cui i vari bail-in e decreti salva-banche hanno avuto questo obbiettivo: tenere in vita banche decotte, con i soldi dei contribuenti e dei correntisti.


D’ altra parte gli organismi sovranazionali (Europa Unita, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale) sono perfettamente al corrente che il debito italiano è enorme ed in continua crescita e che il “sistema Paese Italia” è inefficiente.

Per cui BCE e compagnia vigilano ed impongono vincoli di bilancio: ciò significa che lo stato italiano non può spendere liberamente più di tanto (bruciando soldi ottenuti tramite le tasse), oppure deve ricavare altri soldi, aumentando le tasse.


Di ridurre le spese è inutile parlarne, visti i precedenti.


Desidero soffermarmi sull’ aumentato pericolo che tutti i correntisti di una banca in difficoltà ci rimettano soldi.


Per via del Covid-19 i vincoli di bilancio verranno a breve allentati, ma l’ Europa non permetterà che i soldi ottenuti aumentando il debito pubblico vengano usati per altri scopi, se non per tamponare la crisi dovuta al virus:


per cui ben difficilmente lo stato italiano potrà continuare a salvare altre banche decotte (ce ne sono e ce ne saranno altre, in tempi di carestia), operazione che quindi sarà ancora di più a carico dei correntisti della banca, che potrebbero anche perdere tutti i loro soldi, se davvero la banca fallisse.


Come possiamo proteggerci da questo pericolo?

Lo potremo vedere nel prossimo articolo: “Contenuti e contenitori”.


Paolo Oliveri



Rodnik SA – CEO


Contatto email: p.oliveri@rodnikfinancial.ch

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