Non c'è niente di meglio (o di peggio) di una situazione di elevato stress per mettere in risalto punti di forza e punti deboli.
E purtroppo il Covid è una tempesta che sta mostrandoci quanti punti deboli siano stati in precedenza sottovalutati.
Anche i risparmiatori si sono accorti, spesso dolorosamente, che alcuni prodotti finanziari, presentati come tranquilli e sicuri dai promotori-pseudoconsulentii-piazzisti dipendenti della loro banca "di fiducia", erano in realtà barchette di carta, pronte ad affondare al comparire della burrasca.
E figuriamoci quando arriva la tempesta.
Nel mio precedente articolo "Contenuti e contenitori"
ho messo in risalto il pericolo che corrono gli investitori che hanno conti correnti in un Paese molto indebitato, con legislazioni opache, che non tutelano per nulla il risparmiatore, in cui falliscono e falliranno - sempre di più - banche.
Banche che possono prendersi i soldi dei correntisti, per Legge.
Indovinate qual è?
Non è difficile, non è la Grecia, non è il Portogallo, che sono Paesi decisamente malmessi, ma che hanno una legislazione più equa e maggiormente conforme alla normativa UE, normativa che talvolta il cosiddetto Belpaese ignora bellamente.
Al fine di mettere in guardia gli investitori su una categoria di investimenti troppo spesso considerati "tranquilli e sicuri" come i fondi obbligazionari e categorie simili,
oggi desidero soffermarmi su una famiglia di fondi comuni di investimento che ha raccolto decine di miliardi in tutta Europa
(e che paga ottime commissioni ai "professionisti" delle banche che spacciano tali prodotti e li mettono nei portafogli dei risparmiatori presentandoli come tranquilli e sicuri, perchè prevalentemente obbligazionari).
La percezione, o luogo comune che sia, è che le obbligazioni siano poco rischiose, per cui nel "giardinetto" dell' investitore non addetto ai lavori ce ne sono in genere molte.
Si veda anche il mio articolo
Ma siccome non c' è peggio al peggio, in un mare agitato fatto di obbligazioni che tendono ad affondare, ci sono fondi obbligazionari che finiscono negli abissi più profondi.
E dato che stiamo parlando di acque agitate, introduco la vicenda dei fondi di investimento H2O.
E' una famiglia di fondi il cui emittente è posseduto indirettamente da un paio di banche (che così possono piazzare un prodotto "di casa", pur dietro lo schermo del marchio dell' emittente, il che non consente di capire chiaramente il conflitto di interessi che espone a rischi il sottoscrittore; ma è pratica corrente, lo fanno pressochè tutte le banche).
Fino all' anno scorso i Fondi H20 erano il meglio del meglio, anche secondo Morningstar, l' autorevole agenzia di rating del mondo delle obbligazioni).
E poichè gli H20 pagano bene chi li piazza, anche dopo la revisione al ribasso e la sospensione del rating da parte di Morningstar nel 2019, hanno continuato ad essere inseriti e mantenuti nei portafogli dei risparmiatori, presentati come investimenti tranquilli e sicuri
(si sa... le obbligazioni sono una garanzia... o no?).
Di recente i fondi H20 si sono inabissati.
Eppure le avvisaglie c'erano, eccome.
Ma i risparmiatori, per la maggior parte, sono "passivi" e si affidano al loro promotore-dipendente di banca.
Il loro "bancario di fiducia" invece dovrebbe essere attivo, al fine di tutelare gli interessi dei suoi clienti investitori e non al fine di incassare provvigioni e fare bella figura con il capoarea della banca per cui lavora.
Un anno fa:
e poi a marzo 2020:
Cosa è successo nel frattempo?
Perchè pochissimi promotori-piazzisti bancari hanno avvisato, PRIMA della comparsa del Covid, che questa famiglia di Fondi era da evitare e da dismettere?
La risposta la ho già fornita molte volte in precedenza.
La fanno da padrone: opacità, conflitti di interessi e commissioni più alte per chi "spaccia" prodotti finanziari senza andare troppo per il sottile.
Torniamo agli H20, che hanno raccolto (cioè piazzato nei portafogli dei risparmiatori) decine di miliardi di Euro.
Non è stato difficile, per i "commerciali", convincere i risparmiatori: sono fondi che investono anche e soprattutto in obbligazioni governative (fra cui quelle italiane), che nell' immaginario del risparmiatore evocano sicurezza.
Nell' immaginario.
La realtà, invece, è stata questa:
E’ accaduto due mesi fa: molti dei fondi H20 sono arrivati a perdere anche il 60% (SESSANTA PER CENTO!) del proprio valore.
Se per ipotesi ottimistica iniziassero da subito a recuperare il 2.5% annuo sul capitale rimasto (se valevano 100, dopo il crollo valgono 40), allora il loro valore (NAV) crescerebbe dell’ 1% all’ anno.
Fra quanti decenni tornerebbero alla pari? Forse nel frattempo ci saranno colonie umane su Marte.
E’ un caso concreto, uno dei tanti.
E non si deve dare la colpa al Covid: possiamo paragonare questi fondi ad un paziente di cento anni, affetto da molte gravi malattie.
Il Covid può aver dato il colpo di grazia, ma non è stata la causa del tracollo di questi e di altri fondi.
Prendiamo ad esempio il H20 Allegro R Cap EUR:
questo fondoinveste principalmente in obbligazioni di Italia, Portogallo, Grecia e Messico – non su Paesi emergenti, ma su Paesi considerati sufficientemente solidi.
A febbraio 2020 valeva oltre 47.000 EUR, attorno al 20 marzo valeva sotto i 20.000 EUR.
E' arrivato a valere solo il 40% di quanto valeva poche settimane prima.
Per paragone: un "rischiosissimo" investimento sull' azionario (es. S&P 500, che raccoglie le maggiori 500 aziende USA), è sceso "solo" del 30%, e ad oggi ha recuperato e perde circa l' 11% dai massimi pre-Covid.
Gli H20 hanno una lunga storia di investimenti su obbligazioni illiquide, su pesanti conflitti di interesse, ma hanno anche investito pesantemente su obbligazioni governative emesse da Italia, Grecia e Portogallo.
Una catastrofe del genere dovrebbe far ragionare chi abita in uno di questi Paesi, per due motivi:
1) come mai, nonostante che da almeno un anno ci fossero evidenze certe che gli H2O erano bombe a mano prive della sicura, pochi piazzisti-bancari hanno informato i risparmiatori per tempo?
2) vale la pena di comprare obbligazioni “di casa” ? Se comprate un BTP, cioè se prestate per 10 anni soldi all' Italia, cosa ne sapete se da qui al 2030 otterrete qualcosa indietro?
Certo, se comprate direttamente un BTP, non vi troverete coinvolti in situazioni in stile H20.
Otterrete (se vi va bene) circa il 2% di rendimento annuo.
Se tutto va bene.
E qui vi invito a leggere questo mio articolo:
Sareste contenti di avere un BTP che scade nel 2030? Fateci sapere, appunto nel 2030.
Oppure fatevi vivi prima, forse è meglio.
Dott. Paolo Oliveri
Rodnik SA - CEO
www.rodnikfinancial.ch
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