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ANALISI IMPIETOSA SUI PROBLEMI ATTUALI, MA CON UN LIETO FINE

Aggiornamento: 11 mag 2022



Il precedente articolo terminava in questo modo:

Fine anticipazioni: il meglio deve ancora venire... nel prossimo articolo di Rodnik.

Purtroppo la prima parte dell’articolo che sto condividendo con voi (parlo in prima persona: sono Paolo Oliveri, Amministratore di Rodnik), perlomeno inizialmente, non può essere fonte di ottimismo, bensì di sano e costruttivo realismo.

Ma vi prego, cercate di resistere, perché se arriverete a leggere il lieto fine (cioè se non mi manderete a stendere prima) questo articolo vi potrà davvero fornire prospettive ottimistiche (oggettivamente!) tali da poter rasserenare sia la vostra percezione che il vostro conto in banca.

In effetti anche i miei colleghi la pensano come me (l’oggettività è una sola), ma in questo contesto desidero parlare “fuori dai denti”, tralasciando talvolta l’eleganza dei termini, ma con l’intento di essere molto chiaro in merito a ciò che sta accadendo.

Non parliamo dei commerciali, che vorrebbero che si ponesse sempre l’accento su quanto sia positivo: ma io (e Rodnik) siamo quanto più distanti ci sia dalle pratiche dei pusher dipendenti dalle banche.

Quindi io, Paolo, mi assumo la responsabilità di:

1) Farmi mandare a stendere da chi mi legge (ma solo da chi non ha la pazienza di “sopportare” la prima parte, facendola comunque propria ed accettandola, perché vi parlo di realtà oggettive)

2) Rendere perplessi i miei amici/colleghi/collaboratori (amichevolmente: noi che lavoriamo in Rodnik e con Rodnik siamo esperti professionisti ma anche amici di lunga data), abituati e costretti (come me, in genere) ad analisi un po’ più paludate... anche se la situazione attuale impone di essere franchi, a costo di essere brutali.

Veniamo alle brutte notizie, così ci togliamo il pensiero:


1) Inflazione & beni rifugio

2) Deprezzamento dell’Euro senza possibilità di recupero

3) Inflazione & recessione

4) Covid

5) Conflitto Russia – Ucraina


Non raccontiamoci palle:

come si fa a pensare che questo mix letale possa avere una soluzione rapida e semplice?

Queste PALLE ve le raccontano magari i piazzisti delle banche, ma la realtà è una aspettativa di tempi difficili, che dureranno a lungo.

1) Inflazione & beni rifugio: chi si è iscritto all’Area Riservata del nostro sito (e se non lo avete ancora fatto: Pentitevi! ) potrà leggere un articolo sui beni rifugio postato più di un anno fa in cui si sconsigliava l’oro, “metallo giallo e pesante, soggetto ad oscillazioni di Borsa come qualsiasi altro strumento finanziario quotato”: chi ha comprato oro all’inizio della guerra può averlo pagato oltre 2.000 USD per oncia, ora vale 1.850... alla faccia del bene rifugio. “Ve lo avevamo detto” suggerendovi il Franco Svizzero, che viceversa è rimasto impassibile... nel senso che in un anno si è apprezzato dell’11% circa contro Euro.

2) L’Euro è afflitto da circa un 8% di inflazione annua: quindi basta sommare l’11% del differenziale fra EUR e CHF e considerare l’ inflazione europea/italiana... vi risparmio il risultato, ci arrivate da soli (considerando che il Franco di fatto ha una inflazione estremamente bassa).

3) Inflazione & recessione: ve lo ricordate lo spread? È tornato di attualità: lo Stato Italiano, per sopravvivere al suo devastante indebitamento, è costretto a pagare il 3% annuo a chi gli impresta per 10 (DIECI) anni i suoi soldi.

È una sottrazione dalle vostre tasche: vi offre il 3% annuo con un'inflazione dell’8% annuo... per non parlare delle prospettive dell’Italia nel prossimo decennio. Il BTP è a un passo dal rating spazzatura... giusto per benevolenza delle grosse agenzie di rating, che lo fanno unicamente perché fra i 60 milioni di italiani c’è ancora qualcuno con una capacità di spesa (altrimenti a chi le vende le auto di alta gamma, la Germania?).

L’inflazione, che genera questi aumenti “finti” (vi sembra di intascare il 3% ma forse non vi rendete conto di perdere l’8%) comunque negativi per il bilancio dei vostri risparmi, non può né vuole essere tenuta sotto controllo dalla Banca Centrale Europea (leggasi: Germania), perché i teutonici (strano a dirlo, magari è una piccola soddisfazione) hanno una decrescita della loro economia più marcata di quella italiana:

se la BCE aumentasse i tassi, da una parte frenerebbe l’inflazione (e sarebbe un bene per i risparmiatori, per le famiglie) ma dall’altra aumenterebbe il costo del denaro che le imprese (tedesche, ma non solo) devono utilizzare per tirare avanti. Quindi dovendo e potendo scegliere, la BCE non farà niente (è sua abitudine): l’Euro si deprezzerà ancora e l'inflazione non verrà adeguatamente frenata.

Nel frattempo, da inizio anno (5 MESI!) le Borse hanno perso fra il 20% ed il 30%!

4) Covid e

5) Guerra Russia-Ucraina: in realtà ai mercati finanziari al momento interessano quasi solo le politiche monetarie: ridurre l’inflazione in USA (forse ci riescono... in EU lasciamo perdere) e tenere vive le aziende anche per non far scendere ancora di più (non c’è peggio al peggio) le Borse.

Però l’evento esogeno, per quanto improbabile (pace o l'inasprirsi del conflitto, nuova ondata di Covid) resta ben presente e destabilizzante per i Mercati.

Fine.

Ora arrivano le buone notizie, per gli stoici che hanno resistito fin qui (e vi va bene che vi ho risparmiato un’altra bella porzione di prospettive negative).

Cosa funziona, oggi?

1) Il Franco Svizzero

2) Il Dollaro (sui massimi da 20 anni)

3) La diversificazione più accentuata del solito su valute e materie prime.

Approfittiamone!